Traumi dentali nei bambini: istruzioni per l’uso.
I traumi dentali in età pediatrica che coinvolgono la dentizione decidua (ovvero i denti cosiddetti da latte che dovranno poi essere sostituiti da elementi permanenti), sono una vera e propria emergenza per tutta la famiglia.
Infatti, superato lo spavento della caduta e del trauma, il bambino potrà avere molto dolore e diverse tipologie di traumatismi, che necessiteranno di altrettante cure, ed interventi specifici.
L’applicazione attenta e rigorosa dei protocolli operativi previsti in questi casi, la corretta diagnosi, ed il monitoraggio del piccolo paziente a medio-lungo termine, permettono di ridurre le eventuali possibili complicanze, e riuscire a mettere in atto un ripristino biologico in diverse situazioni cliniche che permetteranno – in molti casi – poi di riacquistare l’estetica e la funzionalità.
Questo tipo di traumi avviene inaspettatamente, e richiede una terapia d’urgenza ed un piano di trattamento con costanti e precisi controlli a breve distanza. In alcuni casi è richiesta una multidisciplinarietà tra le branche odontoiatriche di: endodonzia, chirurgia, conservativa, protesi , e parodontologia.
La maggiore frequenza di questo tipo di traumi è fino ai 6 anni, ed i denti più frequentemente coinvolti sono gli incisivi centrali superiori, ed a volte i laterali; entro i 2 anni – dati alla mano – i traumi più frequenti sono le “intrusioni” e le “lussazioni”, ovvero il dente “rientra” nel suo alveolo o viene proprio estratto dalla sua sede naturale.
Ma cosa fare, e come intervenire?
La prima cosa da fare
Riuscire a portare urgentemente il piccolo infortunato, in uno studio dentistico dove si trattano i bambini (specialista in pedodonzia se possibile) per cercare di inquadrare la situazione, ed attuare subito le cure più appropriate, partendo da una radiografia digitale endorale per inquadrare l’entità del danno subito.
In alcuni casi il trauma può “dislocare” tramite “lussazione” l’elemento, e se si interviene prontamente è possibile ri-allocare il dentino, reinserendolo prontamente nell’alveolo, e bloccandolo agli altri denti.
Nel caso in cui la frattura sia molto ampia, sarà richiesta la estrazione del dente, in attesa che l’eventuale frammento rimasto all’interno si “riassorba” per rizolisi; il fenomeno naturale pe ril quale il dente definitivo premendo sul dente deciduo lo riesce a riassorbire ed ad estrudere normalmente.
Ricordiamoci che i “denti da latte”, fungono anche da “mantenitori di spazio” e quindi se cadono precocemente possono creare problemi dovuti alla loro assenza, in alcuni casi.
Vi sono poi dei casi dove se il frammento coronale non è dislocato, la radice è completa, ed il paziente sia disposto a collaborare, può essere indicata la “fissazione”. Questo tipo di intervento potrà far avvenire la guarigione per “interposizione di tessuto connettivale” nonostante il dente si muova a livello della linea di frattura.
Il dente potrà essere quindi “fissato”, o come si definisce in gergo “splintato” agli altri elementi decidui presenti in arcata del bambino.
Lo splintaggio
Consiste nel “bloccare” il residuo fratturato con un filo ortodontico o similare, agli altri denti tramite adesivi dentali. Una operazione NON dolorosa, ma che necessita di assoluta collaborazione del piccolo paziente con l’odontoiatra.
Seguiranno controlli radiografici a 1- 3-6 settimane per valutare l’esito di questo intervento di “reinserimento”
Nel caso di avulsione del dente, si dovrà comunque controllare ciclicamente la radice residua, per verificare il suo riassorbimento; nel secondo caso in cui si è fatta la scelta conservativa, ci troviamo di fronte a una discreta percentuale di successi, benchè le difficoltà operative siano notevoli.
In ultimo esistono alcuni casi in cui il trauma NON frattura il dente ma lo traumatizza, facendolo diventare piano piano più scuro (il dente è praticamente in necrosi), ed in questi casi di solito di forma una bollicina all’apice del dente, manifestando l’infezione in atto.
In questi casi si procederà alla cura canalare (pulpotomia) del dente deciduo, perchè in questo modo il dente resterà in arcata senza produrre infezione agli altri elementi, ed al paziente stesso.
Cose da non fare
Non perdere la pazienza, non sgridare il bambino per l’incidente, e non far passare tempo dall’incidente alla visita specialistica.
La cosa migliore è sempre vigilare sui bambini attentamente durante i giochi all’aperto, e sperare di non dover mai avere situazioni del genere, anche se con le moderne tecniche molto spesso si riesce a recuperare la funzione estetica e masticatoria del piccolo paziente.
Per maggiori informazioni:
Dott. Marco Squicciarini
Medico Chirurgo
Specialista in Odontostomatologia e Protesi Dentaria
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